Fu quando sentii di una finestra che lasciò un vetro dicendogli che era troppo fragile e fuggendo con uno antiproiettile che compresi di avere il suo stesso destino e che in fondo mi sentivo come lui.
Trasparente.
Assolutamente trasparente.
Non mi cacava nessuno, come se non esistessi, una entità eterea e neppure se stavo sei mesi senza lavarmi pareva si accorgessero di me.
Quando nacqui e uscii dal ventre di mia madre urlando gioiosamente come ogni bambino sano che viene al mondo il chirurgo fece l’errore di appoggiarmi su un tavolino a destra di mia madre e per tre ore non riuscirono a trovarmi.
Avevo tre fratelli, ma ognuno di loro ne aveva due non ricordandosi di me.
Ho passato ore e ore agli aeroporti e alle stazioni a aspettare che i miei si rendessero conto che non ero con loro.
E la scuola mica meglio. Facevo le interrogazioni 40 minuti prima degli scrutini quando tutti, e dico tutti, i professori si guardavano e gridavano “cazzo non lo abbiamo interrogato!!!”. Però se non altro mi allenai alla grande per l’esame di maturità con tutte le materie.
Da un po’ ho trovato lavoro. È lui che non trova me. Al mio turno, si guasta sempre la macchinetta dove passo la tessera d’entrata e sembra che non sia mai in azienda. Si guasta anche all’uscita, specie dopo tre ore di straordinari che non vengono ovviamente riconosciuti.
Trasparente.
Ultimo punto dolente le donne.
Lì assumo proprietà di trasparenza che neppure Mastro Lindo riesce a farle uguali.
Nessuna donna mi guarda né mi ha mai guardato. Ho provato con i siti internet, ma la prima volta che riuscii a prendere un appuntamento con una bella ragazza, fissammo in una piazza del centro. Mentre l’aspettavo mi si avvicinò un barbone lercio e puzzolente a chiedere uno spicciolo. Lei arrivò in quel momento e io sorrisi. Mi considerò meno di zero e rivolgendosi al barbone gli disse: “Pensavo meglio… ormai facciamo passare la serata, ok?” e sene andò con quella schifezza d’uomo che non capiva una mazza di quel che accadeva.
Trasparente.
Come quel vetro.
Poi, non si capisce come, la vita prende una piega diversa perché comunque c’è sempre un motivo di esserci.
Adesso sono una specie di eroe. Uno che continua a non essere visto, ma almeno ricordato.
Mia madre, che ha sempre sofferto per questa mia caratteristica, conobbe un uomo che lavorava nei servizi segreti ed era uno che a differenza mia, così disse mia madre e ho qualche sospetto, sivedevaeccomesesivedeva!(tutto attaccato rende di più)
Saputo di questa mia sfortunata dote, volle conoscermi e rimase lui stesso sconvolto quando si accorse di me solo dopo un quarto d’ora che mi ero messo davanti a lui.
Quasi gli venne da piangere. Non ci crederete, di gioia.
Insomma per farla breve sono già stato in più di una quindicina di stati per azioni militari segrete.
Mi infiltravo tra le linee nemiche senza problemi, anzi,questi mi cacavano ancora meno e ho evitato lanci di razzi, teste tagliate,attentati dinamitardi e altre cose del genere.
Come dicevo, sono una specie di eroe.
E adesso mi cercano anche le donne… insomma… diciamo che accade come con quella che mi ha telefonato dieci minuti fa per dirmi che si è accorta solo ora di aver provato tantissimo piacere a letto con me… quattro giorni fa…