La tradizione

La tradizione, in casa nostra, è importante.
Il padre del mio trisnonno, che lavorava come una bestia in un podere qui di zona, disse a suo figlio “devi studiare, non voglio che tu faccia questa vita!”
Mio trisnonno, grazie ai grandi sacrifici del suo babbo, riuscì a fare la prima elementare e fu il primo alfabeta dell’intero nostro albero genealogico.
Il fatto di saper leggere gli evitò di custodire i maiali e relative porcilaie come suo padre, ma non altri duri, sebben più dignitosi, lavori. Allora a suo figlio promise che non avrebbe avuto il suo stesso destino e con altri grandi sacrifici lo fece studiare fino alla quinta elementare.
Un grado d’istruzione straordinario a quei tempi che permetteva al mio bisnonno di svolgere compiti più complicati intellettualmente, ma sempre molto faticosi. Allora pure lui decise di far studiare il suo pargolo che si diplomò alla media inferiore. Fu così che mio nonno fu il primo a lasciare l’agricoltura per lavorare in altro ramo, esattamente il tessile, come magazziniere.
Come sempre succede, ognuno vede il suo e a mio nonno anche questo lavoro sembrava durissimo e decise che suo figlio doveva avere un futuro migliore.
Mio padre si è così diplomato all’istituto professionale come ragioniere. Mai lavorato come ragioniere? Durissimo.
Allora eccomi qui, laureato in scienze politiche. Solo che il lavoro non l’ho ancora trovato.
Almeno quello che vorrei. Attualmente lavoro in un allevamento di suini, tanto per sopravvivere. Come il padre del mio trisnonno.
Appunto, la tradizione.