Urla, sbraita, agita quelle braccione grosse che si trova per aver passato vent’anni facendo l’asfaltatore senza che apparentemente qualcuno lo prenda in considerazione.
Alla fine il risultato è stato un quattro a zero senza onore che lo riduce a un enorme ammasso di silenzio. Seduto sulla panchina non ha la forza di salutare nessuno e nel giro di dieci minuti rimane solo, piegato su se stesso e sbavando come un sanbernardo sulle maniche della giacca a vento.
Accidenti a me, pensa, accidenti a me, ma come ho fatto a fare una cosa del genere, a darle retta così ingenuamente? E accidenti a lei, con quei suoi consigli del cazzo…
Difesa corallo. Ma vi rendete conto che scemenza?
“Difesa corallo, devi fare la difesa corallo” disse. Io, un po’disperato mi chiesi che cavolo stesse dicendo e chiesi spiegazioni.
“Tanto perdi uguale, quindi perchè non tentare?” Mi disse e io le risposi che non volevo proprio per niente perdere.
“Ma hai i difensori titolari squalificati, quindi il tuo destino è segnato. Solo la Difesa corallo ti può cambiare il destino.”
Macchecosèèè? Urlai.
“Stai calmino, sennò ti prende un infarto. Te lo spiego: prendi i giocatori disponibili, quelli che tu chiami brocchi, li metti in un angolo e gli dici questo: voi sarete come corallo! Molliccioni, debolucci, ma solo apparentemente perché fuori dall’acqua siete duri come marmo, ma soprattutto insieme siete barriera insuperabile anche alla forza del l’oceano.”
Ganza, come idea, chissà che non funzioni davvero con quei cicciottelli senza speranza.
Per una settimana li ho come condizionati togliendoli da quella sensazione di impotenza che coglie sempre gli ultimi.
Li ho visti trasformarsi, diventare sicuri di loro stessi, insieme apparivano davvero la barriera corallina della squadra.
Un cazzo!
La tecnica è la tecnica, accidenti a me e alle mie illusioni.
Ora vedrai i dirigenti che palle faranno e i tifosi come mi prenderanno per il culo.
…
“Grazie…”
Si volta, è Sandro il più ciccione di tutti.
“Grazie, è stata una esperienza bellissima…” È si allontana quasi tra le lacrime.
“Ha ragione a desiderare di ringraziarla, ha fatto un lavoro straordinario con questi ragazzi… Grazie anche da parte mia…” Questo il padre di Sandro.
E poi Renzo, con le gambe a “V”, Fabio, Umberto e Riccardo. Tutti con i rispettivi genitori, Entusiasti per aver trovato un allenatore che educa prima di pensare al risultato.
Lui resta in silenzio.
Arriva il presidente, “sono orgoglioso di te, una delle più belle vittorie della società!”
Tutti se ne vanno col sorriso addosso.
Lui resta ancora in panchina.
Da solo.
Le telefona.
“Com’è andata?”
“Avevi ragione tu, amore, abbiamo stravinto.”