Gianluca Vialli

Della vicenda Vialli vorrei solo evidenziare un aspetto di minore importanza, almeno apparentemente visto che nessuno ne parla.

Quando resero pubblico il tipo di tumore, pensai solo che tra tutti era il peggiore. Un mio cugino acquistato (compagno di una cugina) ci aveva appena lasciati poco più che quarantenne per lo stesso motivo.

Quando la sentenza è una condanna a morte, nonostante le speranze di un miracolo (detto dai più colpo di culo), il protagonista non può che perdersi in un delirio doloroso se non ha vicino persone che gli vogliono bene.

Parlando sempre di mia cugina e del suo compagno e padre di una loro bimba di pochi anni, nella fase compresa tra la scoperta del male e la morte decisero di sposarsi per dare una spallata al destino maligno e dare alla piccola una situazione legale che le garantisse un futuro tranquillo.

Questo permise al ragazzo di sentirsi più coccolato e più sereno. Ho solo ricordi di lui sorridente, nonostante tutto.

Per Gianluca Vialli vale la stessa cosa. Sono certo che tutta la famiglia gli sia stata vicina quanto più possibile, ma quando vedo Mancini abbracciarlo così forte agli Europei, si comprende quanto averlo voluto al suo fianco sia stato un dono d’amore che non ha prezzo.

Ecco, impariamo a essere attenti a chi ci sta vicino e a fare le scelte giuste.

Riposa in pace.

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